Il 9 novembre del 1989 veniva abbattuto il Muro di Berlino e, con esso, il sogno del socialismo reale europeo. Quell'evento fu festeggiato in pompa magna da intellettuali, radical-chic, borghesi, hippies, rockstar ecc... e salutato come il simbolo della "liberazione" dei Paesi dell'est Europa dal giogo dell'imperialismo sovietico. A distanza di più lustri, esso appare (o meglio, dovrebbe apparire) in tutta la sua drammatica portata. La scomparsa di un'alleanza potente ed organizzata tra Paesi socialisti economicamente sviluppati, sorta sulle ceneri della barbarie nazista, ha lasciato il Vecchio continente in balia dei venti ideologici più putridi. Macelleria sociale, potente avanzata del fascismo vecchio e nuovo dovrebbero preoccuopare non solo i comunisti, ma tutti i sinceri democratici. Tornano alla mente le parole di Erich Honecker, pochi mesi prima del crollo: "Il Muro rimarrà in piedi altri 50 o 100 anni, se le ragioni della sua esistenza non saranno state rimosse". Non ci resta che constatare, amaramente, che il compagno aveva ragione. W IL PATTO DI VARSAVIA!!!