Gheddafi: «Berlusconi potrebbe essere il nostro presidente». E regala al Cavaliere il suo anello.
Scambio di doni in Campidoglio: da Alemanno la lupa capitolina, dal leader libico nulla
ROMA (11 giugno) - Quando è sbarcato a Ciampino Gheddafi sfoggiava all'anulare della mano destra un vistoso anello d'oro, raffigurante un leone che ruggisce. Ieri sera l'anello aveva cambiato proprietario. Il leader libico lo ha infatti regalato a Silvio Berlusconi, al termine della cena di gala a Villa Madama, alla quale erano presenti tra gli altri i ministri Tremonti, Maroni, Scajola, Zaia, Carfagna, e i sottosegretari Letta e Bonaiuti.
Gheddafi si è tolto l'anello e lo ha porto a Berlusconi, dicendo: «Questo è il mio dono». Il premier, prima che venissero servite le classiche pennette tricolori, aveva consegnato il suo omaggio al colonnello, una riproduzione in argento della fontana di palazzo Chigi. Il leader libico ha ricambiato solo al termine della serata.
Berlusconi potrebbe essere il nostro presidente. Questa sera, parlando dal balcone del Campidoglio, Gheddafi ha detto con una battuta che non ci sarebbe «nulla in contrario se l'amico Silvio Berlusconi si presentasse per diventare il presidente del Governo Libico. Il popolo libico ne trarrebbe sicuramente vantaggio» ha aggiunto Gheddafi che si è riferito, ancora una volta, a Berlusconi come «amico», nel passaggio del suo intervento in cui ha proposto il modello della Jahamhrya come alternativa valida al «partitismo» che ha detto essere «l'aborto della democrazia».
Alemanno resta a mani vuote. Anche in Campidoglio il leader libico è arrivato "impreparato" al tradizioanle scambio di doni. Nella breve cerimonia privata tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e Muammar Gheddafi, il leader libico ha ricevuto in dono la tradizionale lupa capitolina mentre Gheddafi non avrebbe portato nulla.