Foto tratta da www.hamidiramon.com
Hamidi un testimone eccellente della vita e del mondo in cui oggi viviamo.
In particolare un artista che, meglio di altri, analizza la decadenza dell’uomo e dei suoi valori, il consumismo di quella parte del mondo tecnologicamente più avanzata, quella che dovrebbe appartenergli perchè ragazzo.
Non v’è alcun dubbio: una attenta lettura di un dipinto molto spesso ci mette nella condizione di capire bene la personalità, l’animo umano, di colui il quale ha proceduto, pennelli alla mano, a realizzare il manufatto che siamo chiamati a giudicare, sempre che ne abbiamo la capacità. Questo dato o meglio questa premessa è fondamentale sia quando siamo in presenza di un giovane artista, e quindi tutto appare più facile perché i riferimenti ad altri maestri, il più delle volte, sono marcatamente evidenti, sia quando l’artista non è più giovane e la sua navigata esperienza gli consente di attingere, facendoli propri, frammenti della pittura di artisti storici elaborandoli in chiave moderna e contemporanea, mimetizzandoli con il suo modo di esprimersi. Rimane il fatto che nell’uno e nell’altro caso facilmente si incorre in valutazioni o eccessivamente generose o estremamente critiche.
L’esercizio che viene “concesso” ai giovani autori, cioè l'adottare termini roboanti per autodefinire il proprio modo di essere artisti, non è sempre produttivo. Al contrario meglio sarebbe una più naturale terminologia che potrebbe definire una maggiore attinenza tra la produzione della propria ricerca estetica e il “luogo estremo” che andremo ad usare per definire la nostra pittura. Nulla toglie tuttavia, seppur in termini dialettici, che il tentativo di costruire, attraverso le esperienze che giorno dopo giorno acquisiamo dalla conoscenza, data sia dall’approfondimento e dallo studio sia dal pratico esercizio di bottega, sia un fatto estremamente positivo per la crescita culturale. Ramon Hamidi, in questa sua mostra alla quale ha dato il termine “Metacubismo” (per definire che la sua pittura è a metà strada tra la Metafisica di De Chirico e il Cubismo di Picasso), si presenta come un artista apparentemente incerto sul percorso che intende intraprendere.
Le sue opere a tratti manifestano questa incertezza, ma il pensiero, il termine di fondo che Ramon sviluppa dialetticamente, ci fa ben sperare per un futuro in cui gli “ingranaggi” della sua pittura, liberati dal peso ingombrante di questi grandi padri, possano essere “oliati” da quella pittura mediterranea e solare che abbiamo già avvertito nelle tinte calde, presenti in tutte le sue opere esposte della mostra.
Ramon ha sviluppato anche i temi di molti pittori mediterranei, da Renato Guttuso a Giuseppe Migneco, per fare qualche esempio. Il peso del lavoro (olio su tela cm 70 x 120), a cui facciamo riferimento in particolare, ci offre lo spunto perché pensiamo che proprio le opere che si allontanano dalla cosiddetta metafora del metacubismo sono le più interessanti. Hamidi è certamente un artista che se avrà la capacità di sviluppare questo aspetto dell’arte moderna, elaborando i temi della pittura sociale, avrà buone possibilità di affermazione. La tipicità degli artisti che vivono nel bacino del Mediterraneo gli offre un “visto” rilevante perché possa interessarsi a un tema, quello del lavoro, pressoché abbandonato dagli artisti contemporanei e di cui si sente forte la necessità del suo “racconto”.
In questo artista di origine iraniane è energicamente presente, sia per genitura che per quell’aspetto e quella fierezza, tipica dei popoli mediorientali, la voglia di affermarsi. Avere debuttato poco più che ventenne con una sua mostra personale è un buon inizio.
FONTE: SICILIAINFORMAZIONI.IT
COMPLIMENTI VIVISSIMI A RAMON PER ESSERE UN RAPPRESENTATORE ECCELLENTE DELLO STATO DI COSE CHE CI CIRCONDA E CHE VIVIAMO OGNI GIORNO.
NB. RAMON E' QUELLO A DESTRA NELLA FOTO...