Nel 2050 i leader che si sono incontrati per il vertice del G8 e G14 a L’Aquila, non ci saranno più per una questione puramente anagrafica. Nel G8 di Genova del 2001, tristemente noto per altre vicende, i grandi della Terra si erano messi d’accordo per ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera entro il 2020. In questo vertice hanno spostato la data al 2050, ma Cina e India hanno detto no. Le vecchie potenze – hanno affermato – hanno prosperato ed inquinato per cinquantanni senza regole che rispettassero l’ambiente, quindi l’impegno alla riduzione dell’anidride carbonica non è una questione che ci riguarda. Non fa una piega. E’ un problema di costi. Modificare le industrie, ricercare e sviluppare forme alternative di energia ha un prezzo che l’India, ma soprattutto la Cina, non sono disposte a pagare.
Anche per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sono insufficienti i traguardi che i paesi del G8 hanno concordato sul clima e, la partenza del leader cinese Hu Jintao, la dice lunga sull’interesse della Cina per questo summit.
Insomma è stato un evento per spendere un pò di soldi pubblici in beffa a quanti soffrono e hanno perso il lavoro, completamente inutile. Per quello che il vertice ha prodotto, si sarebbe raggiungo lo stesso risultato se i leaders e i loro consiglieri, si fossero dati appuntamento in video conferenza o via internet con una webcam.
Quello che è emerso, pesante come un macigno, è il persistente stato di crisi dell’economia mondiale confermato anche da autorevoli membri di governi stranieri, come il ministro dell’economia francese Dominque Troscan, che a L’Aquila ha espresso la sua preoccupazione per la perdita di posti di lavori in Europa che, continuerà, anche per tutto il 2010 e 2011, nonostante i timidi segnali di ripresa che ci potranno essere nell’area Euro alla fine del prossimo anno.
I G8 rimane quindi un evento per sfoggiare la vanità di questo o quell’altro leader che cerca sempre di battere in termini di organizzazione, o Stato che nell’edizione precedente si era impegnato per la sua organizzazione. Se poi metti che ad organizzarlo c’è un primo ministro che è uno showman, il cerchio si chiude. Tutti hanno fatto i complimenti a Berlusconi per l’organizzazione dell’evento e di sicuro non poteva essere altrimenti. E io pago – diceva Totò!
Riassume molto bene quello che ha prodotto il vertice a L’Aquila il consigliere diplomatico di Berlusconi Valentino Valentiti, che in maniera molto elegante e forbita ci dice che il vertice non ha prodotto niente, ma ricorda che le nuove tecnologie rappresentano una fonte di ricchezza e sviluppo per tutti, anche se in Italia invece Berlusconi sceglie di tornare al nucleare.