La prima volta di Silvio Berlusconi:
«Pietà anche per i repubblichini».
Replica di Franceschini: «Non si
possono equiparare coi partigiani»
ROMA
Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all’Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del "silenzio", si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Avvicinato dai cronisti ad una domanda su cosa pensi della legge in Parlamento che vuole equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani, ha risposto: «È un tema su cui non ho ancora messo la testa. Ci sono state differenze - dice il premier - anche se la pietà deve andare anche a coloro che credendosi nel giusto hanno combattutto per una causa che era una causa persa. Su questo tema rifletteremo» ha concluso il cavaliere. Immediata la replica di Franceschini: «Non si possono equiparare le vittime della Resistenza con le vittime di Salò».
Alla cerimonia all’Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che «il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione», nei cui valori «possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni ’43-’45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti». Al termine della cerimonia all’Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si recherà a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, celebrerà il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell’Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso invece «con rammarico» di rinunciare alla sua partecipazione alla cerimonia dell’Associazione nazionale partigiani, prevista stamane a Porta San Paolo per celebrare il 64esimo anniversario della Liberazione. Una decisione presa dopo le segnalazioni della Questura «sulle forme di contestazione violenta» organizzate contro la sua presenza dai centri sociali. Lo ha confermato lo stesso Alemanno ai microfoni di Sky Tg 24. «Per un atto di responsabilità non posso aderire. Devo evitare che la situazione degeneri e si trasformi in gazzarra. Con rammarico devo rinunciare», ha commentato. Quanto alle celebrazioni previste per il 25 aprile, Alemanno ha parlato di «una festa di tutti gli italiani». «È una data da cui partono la libertà e la democrazia su cui si fonda la Costituzione, sui cui valori ci identifichiamo», ha detto il sindaco di Roma. Certo, «non bisogna dimenticare la pietà umana per chi combattè dalla parte sbagliata», ha aggiunto Alemanno, «ma ciò non toglie che questa è una festa che rappresenta l’inizio della democrazia del nostro paese».
LaStampa