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| Titolo: Berlusconi: «Ho fatto un miracolo» Ven Lug 10, 2009 1:46 am | |
| Il premier ai leader: «Sapete che mi attaccano sul piano personale ma completerò il mandato» L’AQUILA — Era impossibile che non lo facesse, che non sentisse il bisogno almeno di una parola rivolta a quelli che per natura considera da sempre «amici» prima che colleghi, interlocutori personali prima che leader di altri Stati. E alla fine Silvio Berlusconi quella parola, che in realtà è risultato un chiaro messaggio, l’ha pronunciata: «Sapete tutti benissimo che mi attaccano sul piano personale, ma state tranquilli, io durerò alla guida del mio Paese altri quattro anni». Per il Cavaliere farlo davanti a tutti i leader del G8 è stato come togliersi un peso dallo stomaco. Il palcoscenico era quello che più gli interessa, quello dei suoi pari, quello che in questi mesi ha prodotto i crucci maggiori: il danno di immagine all’estero, nelle cancellerie di mezzo mondo, la reputazione sfregiata di un leader che alla reputazione internazionale tiene più di ogni altra cosa. Troppo grande la tentazione per resistere, per non sentire il bisogno di dare almeno un breve messaggio di forza ai leader degli altri Paesi. Per chi lo ha ascoltato non è stata una sorpresa: dalla Merkel a Sarkozy, sino ad Obama, del nostro presidente del Consiglio tutti conoscono i tratti caratteriali e forse tutti in qualche modo si attendevano un accenno a quello che da alcune settimane leggono sui giornali dei rispettivi Paesi. La giornata del presidente del Consiglio è stata sobria che più non si poteva, priva di quel «berlusconismo» che l’ha reso detestabile o amato in giro per il mondo, sotto invece che sopra le righe: nonostante fosse l’ospite di casa, in fondo il personaggio più atteso. Un understatement imposto dagli eventi più che dalla natura dell’uomo, e che per un attimo è venuto via. «Questa giornata mi ripaga di tante amarezze», ha confidato al presidente della Regione Gianni Chiodi, in uno degli intermezzi del programma. Anche in questo caso è risultata palpabile l’ansia che evapora, il sospiro di sollievo di un premier che negli ultimi giorni ha cercato di concentrarsi più di ogni altra cosa sul successo e sulla riuscita del G8: per i risultati del vertice, ma anche per ridare forza alla propria immagine. Un’immagine che ieri ha ricevuto più di un aiuto proprio dalla Casa Bianca. Le parole di Obama sulla leadership forte dell’Italia, quelle dello sherpa americano a smentire i contenuti della stampa anglosassone ( Guardian e New York Times) sulle mancanze dell’agenda del vertice. Quindi le incombenze del padrone di casa: il ricevimento degli ospiti, l’arrivo dei leader, le strette di mano, la tensione che si scioglie, le prime sessioni di lavoro, i primi risultati concreti sul clima e sull'economia. Ha scherzato anche con i giornalisti, in una conferenza stampa annunciata senza domande dallo staff ma che alla fine ha visto proprio lui chiedere domande che non sono arrivate: 'Visitate tutti i saloni della cittadella di Coppito, qui siete tutti i benvenuti, ci vogliamo tutti bene…'. E ancora, rivolto ai cronisti: 'Sono orgoglioso di aver fatto quasi un miracolo', alludendo all'organizzazione del vertice nella zona del terremoto, dove il G8 tornerà entro fine anno, per un sessione riservata alle protezioni civili degli otto Paesi più industrializzati. Sui fondi all'Africa, ai Paesi in via di sviluppo, ha rassicurato: 'Manterremo gli impegni per il global fund entro la fine dell'anno'. Sulla crisi è stato come sempre ottimista: 'Intendiamo mandare un messaggio di fiducia; la crisi, per la parte più dura, è alle nostre spalle'. Ma c'è da giurare che quella frase pronunciata davanti agli altri leader è stata forse la più impegnativa. Almeno emotivamente. Marco Galluzzo | |
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